“L'occidente è affetto da una metafisica sedentaria”, scrive Tim Cresswell nel suo On the move (2006). Tale sedentarietà sembra paradossale se considerata alla luce dell'incremento delle nostre possibilità di movimento. Ancor più paradossale è che tale ipermobilità abbia decretato l'estinzione del viaggio nella sua forma moderna. Il viaggio moderno infatti si poneva in relazione dialettica con il territorio, spazio delimitante da superare. Soffermandosi sull'immaginario spaziale del viaggio e del territorio, la conferenza proverà ad analizzare l'intreccio tra concezioni dominanti e paradigmatiche dello spazio, da un lato, e, dall’altro, un fitto insieme di forme pratiche - intime ed affettive - di spazialità che in qualche modo vi scivolano attraverso, vi si mescolano come delle impurità e, in ultimo, vi resistono.